By Simona Colarizi

La tela di Penelope è un libro riuscito sin dal titolo. Non c'è dubbio che sia prezioso. Un vero e proprio 'memento' according to noi, e in line with chi verrà dopo di noi: perché allinea scandali cui in molti si erano assuefatti, fissa nella memoria errori da non ripetere, ripercorre vicende che tendiamo a rimuovere. Aldo Cazzullo, "Corriere della Sera"

La frammentazione che caratterizza centrodestra e centrosinistra sfocia in una conflittualità paralizzante. Esecutivo dopo esecutivo, si tesse qualcosa che ogni volta rimane incompiuto. Il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica è uno snodo cruciale che indirizza verso un'altra tessitura. Una tela di Penelope dopo l'altra siamo arrivati ai nostri giorni. Mirella Serri, "Sette - Corriere della Sera"

La classe politica non ha voluto perdere gli appuntamenti internazionali decisivi, tra cui l'ingresso nell'euro. Tuttavia poco e nulla è stato fatto in line with adeguare il Paese a quelle scelte. Da dove ricominciare? Il libro non può dirlo, ma di sicuro aiuta a capire. Piero Craveri, "Il Sole 24 Ore"

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Quell’Europa alla quale si aggrappava Carli come all’ultima speranza per costringere la classe politica a muoversi sulla strada delle privatizzazioni53. Si capisce il plauso per la nascita del gigante Enimont promosso da Raul Gardini, anche se l’intera operazione del polo chimico nazionale pilotata dai partiti era così oscura da finire due anni dopo nel tritacarne delle inchieste giudiziarie come la «madre di tutte le tangenti»54. A far compiere alla grande industria il salto decisivo sul carro della protesta antipartitica era però la mobilitazione crescente della piccola e media impresa, sorella minore del gotha confindustriale legato a doppio filo al sistema politico, come del resto dimostrava la cautela della Fiat.

Nasce una democrazia era il titolo comparso il 26 maggio 1989 sull’«Unità» che informava i lettori sull’elezione a presidente del Soviet supremo di Gorbaciov, il cui successo era dato per scontato. A determinare tanta cecità era un comprensibile istinto di difesa, tanto più che sul Pci si concentrava il fuoco di fila degli avversari socialisti e cattolici con incitamenti continui a rinnegare l’intero passato del comunismo italiano e i suoi leader storici, come Palmiro Togliatti, ma anche Enrico Berlinguer20.

Eppure, se lo Stato-nazione perde una parte dei suoi poteri delegati ai super organismi europei, non muore però la nazione quale libera comunità di persone unite da sentimenti, storia, memorie, lingua e dialetti, paesaggi naturali e umani, costumi, tradizioni, cultura, lavoro. I politici che avrebbero dovuto rappresentarla e guidarla, si sono invece limitati a lasciar sopravvivere solo lo scheletro di una entità economica malata da curare con efficienti ricette, senza far scorrere sangue e senza incidere nella carne.

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