By David Herzberg
Seguendo il filo narrativo della nascita e dell’affermarsi degli psico-farmaci – dal Miltown negli anni Cinquanta al Valium negli anni Set-tanta al Prozac negli anni Novanta – David Herzberg ricostruisce in questo libro un quadro ricco e avvincente di un momento importante della storia culturale americana (e poi, con leggera dilazione nel pace, europea), incentrato sulla ricerca della felicità nelle fasce sociali medio-alte. Il dipanarsi di questa storia vede balzare in primo piano di volta in volta il processo di commercializzazione della medicina nel clima consumistico dell’immediato dopoguerra; il ruolo di industrie farmaceutiche e pubblicitari nella trasformazione dei medicinali in semplici beni di consumo; lo sviluppo della cura fai-da-te; l. a. difficile distinzione tra psicofarmaci (per le persone ‘dabbene’) e droghe (per le classi disagiate) da parte dei crociati della guerra antidroga; le drammatiche campagne delle femministe contro i pericoli di dipendenza dal Valium; le mirabolanti promesse lanciate dalle nuove neuroscienze non solo di debellare l. a. depressione ma anche di permettere a ciascuno los angeles costruzione di una personalità a piacere. Storia della scienza medica e sue ripercussioni nella vita individuale e sociale in un racconto di rara efficacia e di palpitante interesse.
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Fictions of Appetite: Alimentary Discourses in Italian Modernist Literature
Fictions of urge for food explores and investigates the classy importance of pictures of meals, urge for food and intake in a physique of modernist literature released in Italian among 1905 and 1939. The corpus tested contains novels, brief tales, poems, essays and performs by means of F. T. Marinetti, Aldo Palazzeschi, Massimo Bontempelli, Paola Masino and Luigi Pirandello.
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Un altro modo di dire più o meno la stessa cosa è che solo il 10-20% dei pazienti depressi che migliorano sente l’effetto del farmaco (da cui ne consegue che l’80-90% sente solo l’effetto placebo). Inoltre, anche se la dimensione del risultato raggiungeva la significatività statistica, la superiorità del farmaco consisteva in meno di 2 punti della scala di Hamilton (un test per misurare la depressione, che è di ben 62 punti nella versione usata in molti degli RCT esaminati). Dunque l’effetto degli SSRI, se è vero che si aggiunge all’effetto placebo aumentandone l’efficacia, lo fa però in un modo «clinicamente insignificante» (come è noto, vi è una differenza tra «significatività statistica» e «significatività clinica»).
Le esperienze quotidiane di milioni di americani rendevano credibile l’affermazione – un tempo terreno di caccia dei predicatori dell’LSD come Timothy Leary – secondo la quale un medicinale, un farmaco/droga, poteva consentire di raggiungere un sé più autentico. E pochi americani, all’inizio di questo nostro XXI secolo, sarebbero sconcertati dal vedere un potente medicinale da prescrizione come il Paxil reclamizzato su una rivista popolare come “Newsweek”. Per la maggior parte del XX secolo, le case farmaceutiche ‘etiche’ avevano indirizzato la loro pubblicità esclusivamente ai medici su riviste specializzate e in altri ambienti professionali.
23-50 (p. ↵ 29 | Se la psicoterapia è efficace, ci si può chiedere quale sia l’approccio migliore. Recenti ricerche sembrano invertire la linea di tendenza secondo cui le terapie cognitivo-comportamentali sarebbero superiori a quelle psicodinamiche, un dato che potrebbe essere un artefatto dovuto al maggior numero di studi condotti sulle terapie cognitivo-comportamentali. Negli anni recenti, con l’entrata in forze del movimento psicoanalitico nell’arena della ricerca, sembra che si siano capovolte le sorti.