By Gian Primo Cella
Read Online or Download Persone finte. Paradossi dell’individualismo e soggetti collettivi PDF
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Fictions of Appetite: Alimentary Discourses in Italian Modernist Literature
Fictions of urge for food explores and investigates the classy importance of pictures of nutrition, urge for food and intake in a physique of modernist literature released in Italian among 1905 and 1939. The corpus tested comprises novels, brief tales, poems, essays and performs by means of F. T. Marinetti, Aldo Palazzeschi, Massimo Bontempelli, Paola Masino and Luigi Pirandello.
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- Il medioevo fantastico. Antichità ed esotismi nell'arte gotica
- I benpensanti. Contro i tutori dell'ordine filosofico
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5. I percorsi micro-macro Certamente è scomparso, o si è quasi del tutto dissolto, nella tarda modernità, il «capitale sociale primordiale», fondato sui legami familiari, tribali, comunitari. Quello che in modi appropriati sosteneva gli argomenti di tipo olistico, dai legami deterministici alla considerazione realista, se non alla personificazione, delle entità collettive. Da questo punto di vista approcci individualisti alla realtà sociale sono in molti casi non solo opportuni, ma necessari (come si è visto dal piccolo racconto sul duomo di Monreale).
Le autoaccuse sono un artificio retorico, e l’autore ammette di non sentirsi da esse vulnerabile, perché il punto di partenza concettuale, l’elemento di base del proprio sistema teorico, non può che essere la disponibilità per gli individui di questi diritti e risorse. Ma l’ambiente sociale che circonda tali individui è in buona parte una costruzione, che sovrasta sempre di più un ambiente «naturale» che cresceva in modo autonomo al crescere delle semplici relazioni sociali che si sviluppavano al suo interno.
In questi casi i ringraziamenti, almeno in apparenza, potrebbero essere ridotti, anche se il solitario che studia e scrive dovrebbe essere molto grato a tutti coloro che, con riconoscimenti espliciti o impliciti, gli permettono di non punirsi troppo di questa condizione. Due amici e colleghi voglio però ricordare: Franco Rositi e Roberto Pedersini. Al primo, dal quale ho sempre appreso sapienza sociologica in quasi cinquant’anni di rapporti, devo la sollecitazione iniziale a occuparmi di soggetti collettivi, nonché qualche prezioso conforto critico su alcune parti specifiche.