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Le autorità si sono costruite il loro teatrino delle ombre: «Il risultato, troppo spesso, consiste in un colpo alla cieca basato su indicatori di “forme di vita”, senza conferma diretta del fatto che i bersagli siano effettivamente quel­ lo che noi pensiamo che siano e senza curarsi del fatto che nella manovra possano morire degli innocenti»23. Questo racconta anche un giovane pakistano, vittima, con la sua famiglia, di un attacco di droni: - Perché pensi vi abbiano attaccato? - Loro dicono che si trattava di terroristi, ma era solo casa mia...

R reva evitare nel nostro interes­ se, ovvero l’astio profondo delle ribù confmanti> che ormai ci siamo inimicate per molto tempo», l » . l I l l * l 11 i . I V V C l S . ini. ilc niv«-s l i v < » |»m-ss » il comando dolio operazioni speciali: Io. cI« conio delle «lozioni storiche sul controllo dal cielo della Royal Air l'orco, è interessante che certi eminenti teorici del potere aereo tornino a presentare questa opzione come una ternativa al vasto dispiegamento di forze terrestri nella strategia controinsurrezionale»'2.

Dove porterà tutto questo? K k ( i Iuimj .. i dii II imo in un si applicano le leggi di guerra è colili alia al dii ilio inter­ nazionale. ]? Assumete questa espressione in senso letterale? Questo implicherebbe che l’uso della forza letale venga ritenuto sempre legittimo, che si eserciti contro un presun­ to terrorista in un appartamento di Parigi, in una galleria commer­ ciale a Londra oppure a una fermata del bus a Iowa City»29. Contro i pericoli di una simile interpretazione alcuni giuristi difendono criticamente una concezione più classica del concetto di zona di conflitto armato, insistendo sull’idea fondamentale se­ condo cui la violenza armata e le sue leggi hanno contorni ben de­ finiti e tracciabili nello spazio.