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Invano tentò d’adoprarsi perché una politica sensata prevalesse; né poteva bastargli spiegare ai suoi studenti che Hitler era un oscuro tramite di forze malvagissime che avrebbero perso la Germania. Nel ’38, all’annessione dell’Austria, ruppe con Ribbentrop, il quale, per quanto incapace, nella sua animale fedeltà a Hitler aveva riconosciuto in Albrecht un nemico. Riuscì, dopo la guerra alla Polonia, a restare nella divisione informativa del ministero degli Esteri. Da lì, abile, iniziò a sondare cogli inglesi le possibilità d’una pace.

Durante la rivoluzione in Germania infatti armò a sue spese un reggimento, che offrì alla SPD per annientare i rivoltosi. E a Zurigo fu il primo lui a sorprendersi quando lesse sui giornali della Confederazione che lo si incolpava d’aver organizzato uno sciopero generale. Si protestò innocente; ma fu espulso. Maldispose i giudici la notizia che orge, abbondanti di cioccolata e donnoni, occupavano la sua villa sontuosa. Grasso come un elefante, senza modestia calcolando piani antibolscevichi e riforme mondiali, colui che aveva trasmutato la Rivoluzione russa in un commercio di cioccolato Nestlé morì in Germania il 12 dicembre del 1924.

Hyde aveva in mano un robusto bastone, che dimenava nervosamente, non rispondeva una parola, e pareva ascoltasse con impazienza mal repressa. Poi, tutt’ a un tratto, era scoppiato in una grande vampata di rabbia, battendo la terra coi piedi, brandendo il bastone e dimenandosi come un pazzo ... L’altro, il vecchio Signore, indietreggiò d’un passo, con l’aria di chi è molto ma molto sorpreso, ed anche un po’ risentito; e allora Hyde, uscendo furiosamente dai gangheri, gli diede una tale bastonata da farlo ricadere per terra.