By Massimo Recalcati

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In questo senso l’esperienza soggettiva dell’inconscio implica un incontro con il nostro desiderio che ci costringe a rettificare l’immagine “sociale” di noi stessi. Secondo argomento. Il mondo interno è esterno Perché l’inconscio non può essere confuso con la cosiddetta “vita interiore”? Perché non è il privato opposto al pubblico? Obiettano ancora i critici della psicoanalisi: l’inconscio freudiano finisce inevitabilmente con il giustificare una concezione solipsistica, privata, pulsionale della soggettività.

Mentre stava parlando per l’ennesima volta della difficoltà che comportava per lui questa scelta, anziché dire “matrimonio” disse “manicomio” significando così retroattivamente un pensiero che sino ad allora lo aveva trattenuto dal compiere quella scelta: il matrimonio è una follia! L’inconscio freudiano è dunque un sapere che agisce come una perturbazione della catena dei pensieri coscienti. Non ha nulla di mistico o di abissale, non è senza fondo. Esso si manifesta solo ed esclusivamente per i suoi effetti.

Il mondo interno è esterno Perché l’inconscio non può essere confuso con la cosiddetta “vita interiore”? Perché non è il privato opposto al pubblico? Obiettano ancora i critici della psicoanalisi: l’inconscio freudiano finisce inevitabilmente con il giustificare una concezione solipsistica, privata, pulsionale della soggettività. La dimensione sociale viene ignorata, tutto si svolge nello psichico, ma in questo modo lo psichico finisce con il diventare una pura astrazione. L’unico mondo che conta sarebbe il mondo interno.

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