By Joseph Roth

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Lectura Dantis : Purgatorio

This new severe quantity, the second one to seem within the three-volume Lectura Dantis, comprises professional, concentrated statement at the Purgatorio by means of thirty-three overseas students, every one of whom offers to the nonspecialist reader one of many cantos of the transitional center cantica of Dante's specific Christian epic.

Fictions of Appetite: Alimentary Discourses in Italian Modernist Literature

Fictions of urge for food explores and investigates the classy value of pictures of meals, urge for food and intake in a physique of modernist literature released in Italian among 1905 and 1939. The corpus tested contains novels, brief tales, poems, essays and performs by means of F. T. Marinetti, Aldo Palazzeschi, Massimo Bontempelli, Paola Masino and Luigi Pirandello.

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Più in là, lontano, all’orizzonte, sono in corso sforzi della natura per creare un bosco. Ma non è un bosco. Cresce una sorta di incipiente calvizie vegetale, con solitarie ciocche d’abete. Ora cominciano le locande, una di seguito all’altra, e ognuna annuncia un «eccellente locale con giardino». Cosa sarà mai un locale con giardino? Immagino un locale con alberi d’arancio dipinti e piante d’alloro dentro vasi; o un pezzetto di campo coltivato a navone con una veranda; quattro steccati con pampini selvatici.

In questo palazzo tutte le pareti e il soffitto sono fatti di specchi. Al centro ci sono delle colonne, la cui funzione non è sostenere il soffitto, ma moltiplicare se stesse. È un sistema particolare di specchi rotanti che provocano un fracasso incredibile non appena li si mette in moto. Per coprire il fracasso, un organo meccanico suona una musica operistica che sembra provenire da cieli di porcellana, sfere di ottone e pianeti di stagnola. Per un momento si fa buio pesto. Una pausa che serve a preparare i sensi eccitati a una nuova fiaba e dà a tutti i visitatori l’opportunità di percepire come ignote meraviglie, nel buio, i corpi familiari delle loro accompagnatrici.

Gustav K. si recava in una caffetteria, vicino al mercato grande, che apriva molto presto, per i venditori. Sul buffet bruciava, opaca e gialla, la lampada, una luce di ieri ormai morta. Il redattore, per il quale la notte di ieri era già stata il mattino di oggi, ricordava nelle ore del mattino di oggi la notte di ieri. Sedeva tra donne e uomini di campagna, gente vigorosa che odorava di rape e carote, due volte più smorto, dieci volte più solo, il rappresentante intellettuale della città, il più autentico di tutti i cittadini: un redattore.

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